La presenza di aree a densità calcifica nel contesto dei tessuti molli adiacenti all’epicondilo omerale mediale rappresenta un raro riscontro radiografico in cani portati a visita a causa di zoppia. Nonostante siano state proposte varie teorie a spiegare l’esatta natura di tali reperti, a tutt’oggi non è ancora ben chiaro il meccanismo eziopatogenetico all’origine della lesione.
Queste “isole di osso” localizzate medialmente e/o caudalmente all’epicondilo omerale mediale possono rappresentare il risultato di una frattura per avulsione della porzione distale dell’epicondilo , cui spesso consegue una calcificazione/ossificazione dei tessuti molli limitrofi. Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che tale condizione viene riscontrata anche in cani appartenenti a razze non predisposte a displasia del gomito.
Una seconda ipotesi attendibile, invece, è quella secondo cui un’attività fisica intensa, soprattutto in soggetti pesanti, possa rendersi responsabile di microtraumi ripetuti, cui conseguono disinserzioni/rotture parziali dei tendini flessori, indi disturbo vascolare locale con produzione di tessuto fibroso che in seguito va incontro a calcificazione/ossificazione.
Un’ulteriore ipotesi prevede che la patologia possa essere secondaria ad alcune forme di displasia del gomito (incongruenza articolare e/o frammentazione del processo coronoideo mediale dell’ulna) ed all’artrosi che ad esse consegue . Si tratterebbe quindi di una calcificazione distrofica con conseguente metaplasia ossea dei tessuti molli del gomito, quali la capsula articolare ed i tendini e muscoli flessori .
Nel caso descritto, Rocky un Border collie di 6 mesi, presentava UME in associazione ad osteocondrite dissecante del condilo omerale mediale bilateralmente.
La condizione è stata trattata chirurgicamente con rimozione del tessuto ossificato, asportazione dei flap osteocondrali, osteostissi e ostectomia dinamizzante distale dell’ulna ( DUO).