Qui di seguito verranno forniti degli estratti delle nuove Linee guida vaccinali per gli animali da compagnia aggiornate quest’anno dalla WSAVA (World Small Animal Veterinary Association). Qui il link per la lettura del testo originale.
Il gruppo di studio per le linee guida vaccinali (Vaccination Guidelines Group, VGG) della WSAVA si è riunito per stilare delle linee guida per la vaccinazione del cane e del gatto che fossero applicabili a livello mondiale. La prima versione di queste linee guida è stata pubblicata nel 2007 e aggiornata nel 2010. Il presente documento fornisce una versione aggiornata e ampliata di queste linee guida internazionali per la vaccinazione degli animali da compagnia, e riporta l’evidenza scientifica in base alla quale sono state fatte le diverse raccomandazioni.[…] Con questo scenario in mente, il VGG ha definito “vaccini core” quelli che TUTTI i cani e TUTTI i gatti dovrebbero ricevere indipendentemente dalle circostanze o dalla localizzazione geografica. I vaccini core proteggono gli animali da malattie gravi e potenzialmente fatali che hanno una distribuzione mondiale. I vaccini core per il cane sono quelli che proteggono contro il virus del cimurro (Canine Distemper Virus, CDV), l’adenovirus canino (Canine Adenovirus, CAV) e le varianti del parvovirus canino di tipo2 (Canine Parvovirus 2, CPV-2). I vaccini core per il gatto sono quelli che proteggono contro il parvovirus felino (Feline Parvovirus, FPV), il calicivirus felino (Feline Calicivirus, FCV) e l’herpesvirus felino di tipo 1 (Feline Herpesvirus-1, FHV-1). Nelle aree del mondo dove il virus della rabbia è endemico, la vaccinazione contro questo agente deve essere considerata core per entrambe le specie, anche se non richiesto dalla normativa vigente.[…] Queste linee guida WSAVA per la vaccinazione NON servono come un insieme di regole applicabili a livello mondiale per la somministrazione di vaccini ai cani e ai gatti. È semplicemente impossibile stilare un set di linee guida che si possa applicare in modo uguale a ciascuno degli 80 Paesi membri della WSAVA, dato che ci sono grandi differenze tra le nazioni e le regioni geografiche riguardo a presenza/assenza o prevalenza di una malattia infettiva, disponibilità di un vaccino, popolazioni di cani e gatti di proprietà verso cani e gatti randagi, professione, disponibilità finanziarie e atteggiamento sociale dei clienti. Al contrario, queste linee guida sono state stilate per fornire alle associazioni nazionali di veterinari per piccoli animali e ai membri della WSAVA dei consigli scientifici aggiornati e le nozioni migliori legate alla pratica della vaccinazione.
Le vaccinazioni del gatto
Protocollo di immunizzazione di base
I vaccini core per il gatto sono quelli che proteggono contro le infezioni da virus della panleucopenia felina (Feline Panleukopenia, FPV), herpesvirus felino tipo 1 (Feline Herpesvirus-1, FHV-1) e calicivirus (Feline Calicivirus, FCV). Un esempio particolare di un vaccino che può essere considerato core solo in alcune nazioni è quello contro il virus della rabbia. In un’area geografica in cui questa infezione è endemica, il VGG raccomanda che tutti i gatti vengano vaccinati di routine per la protezione della popolazione sia animale sia umana. In alcuni Paesi, la vaccinazione antirabbica viene richiesta dalla normativa vigente (sebbene questa non sempre includa i gatti), ed è necessaria anche per la movimentazione internazionale degli animali da compagnia.[…] In termini di vaccini core felini, è importante realizzare che la protezione fornita dai vaccini contro FCV e FHV-1 non è pari a quella raggiunta dai vaccini contro FPV. Quindi non ci si deve aspettare che i vaccini core per la malattia respiratoria felina forniscano la stessa robusta protezione e neanche la stessa durata di immunità dei vaccini core del cane. I vaccini contro FCV sono stati allestiti per produrre un’immunità cross-protettiva contro diversi ceppi di FCV; tuttavia, è ancora possibile che animali adulti vaccinati si infettino e si ammalino (Pedersen et al. 2000, Schorr-Evans et al. 2003) [EB1]. Non esiste un vaccino per FHV-1 che protegga contro l’infezione da virus virulento e l’infezione può far sì che il virus virulento entri in latenza con la possibilità di riattivarsi durante periodi di forte stress (Richter et al. 2009, Maes 2012) [EB1]. Il virus riattivato può causare segni clinici nell’animale vaccinato, oppure può essere escreto e infettare animali suscettibili causando in questi malattia. Il VGG raccomanda una rivaccinazione triennale per i gatti a basso rischio per FHV-1 e FCV, sulla base di uno studio pubblicato che per questi vaccini core mostra una durata minima di immunità, parziale ma significativa dal punto di vista clinico, di 7,5 anni (Scott & Geissinger 1999). Uno studio più recente di un vaccino MLV contro FHV-1 e FCV sembra mostrare una protezione parziale molto meno significativa contro FHV-1 a 3 anni post-vaccinazione, sebbene la protezione parziale per FCV sia simile a quella mostrata da Scott e Geissinger nel 1999 (Jas et al. 2015) [EB1]. Il VGG raccomanda di eseguire una rivaccinazione annuale dei gatti contro FHV-1 e FCV in situazioni ad alto rischio. Un gatto a basso rischio può essere definito come un animale solitario che vive in casa e che non viene portato in pensione. Un gatto ad alto rischio può essere definito come un animale che viene portato regolarmente in pensione o che vive in un ambiente domestico con più gatti e con accesso all’esterno. Inoltre, il VGG esorta i veterinari a considerare il momento di somministrazione dei vaccini contro FHV-1 e FCV a gatti ad alto rischio che vengono portati regolarmente in pensione. L’immunità più robusta conferita da questi vaccini si ha nei 3 mesi successivi alla vaccinazione (Gaskell et al. 2007) [EB1], e quindi il momento migliore per la somministrazione di questi vaccini è giusto prima che un gatto venga portato come tutti gli anni in pensione.[…]
Vaccinazione dei gattini e richiamo a 6 o 12 mesi
Come già discusso per i cuccioli, la maggior parte dei gattini è protetta dagli MDA nelle prime settimane di vita. Tuttavia, senza i test sierologici, il livello di protezione e il momento in cui il gattino diventerà suscettibile alle infezioni e potrà rispondere alla vaccinazione sono sconosciuti. Questo è correlato al livello di anticorpi materni e alla variazione nell’assunzione degli MDA tra le nidiate e tra i diversi soggetti. In generale, a 8-12 settimane di età gli MDA saranno scesi a un livello tale da permettereuna risposta immunitaria attiva; tuttavia, i gattini con scarsi MDA saranno vulnerabili (e in grado di rispondere alla vaccinazione) a un’età più precoce, mentre altri avranno MDA a un titolo talmente elevato da non essere in grado di rispondere alla vaccinazione a volte fin dopo le 12 settimane di età. Il VGG ha analizzato studi recenti che suggeriscono che fino a un terzo dei gattini può non riuscire a rispondere a un ultimo vaccino core somministrato a 16 settimane di età e che un certo numero di gattini può ancora avere MDA bloccanti a 20 settimane di età (DiGangi et al. 2012, Jakel et al. 2012). Il VGG sottolinea che uno di questi studi analizzava un numero relativamente basso di animali, prevalentemente di una razza, in situazioni di allevamento, e suggerisce che i dati non possono essere completamente applicabili a una popolazione felina più ampia. Ciò nonostante, il VGG ha aumentato l’età raccomandata per l’ultima vaccinazione della prima serie vaccinale con i vaccini core da 14-16 settimane di età a 16 settimaneo più [EB1]. La raccomandazione del VGG per le vaccinazioni core dei gattini è quindi in linea con quanto proposto prima per i cuccioli:iniziare a 6-8 settimane di età e quindi ripetere le vaccinazioni ogni 2-4 settimane fino a 16 settimane di età o più. Una parte integrante delle vaccinazioni core dei gattini è il richiamo che tradizionalmente viene eseguito o a 12 mesi di età o 12 mesi dopo l’ultima vaccinazione della prima serie vaccinale. Lo scopo di questo vaccino è assicurare che si sviluppi una risposta immunitaria protettiva in qualsiasi gatto che può non essere riuscito a rispondere a una qualsiasi delle 3 vaccinazioni della prima serie vaccinale, più che “richiamare” la risposta immunitaria.
Rivaccinazione di gatti adulti
I gatti che hanno risposto alla vaccinazione con vaccini core MLV mantengono una solida immunità (memoria immunologica) contro FPV per molti anni in assenza di qualsiasi richiamo vaccinale. L’immunità contro FCV e FHV-1 è solo parziale (Scott and Geissinger 1999, Jas et al. 2015). La raccomandazione del VGG per gatti adulti “a basso rischio” è una rivaccinazione con vaccini core MLV a intervalli di 3 anni o più. Per gatti “a rischio più elevato” (vedi definizione prima), il veterinario deve considerare di somministrazione il vaccino contro FPV ogni 3 anni, ma contro FCV e FHV-1 ogni anno, programmando la vaccinazione con queste due valenze giusto prima che il gatto venga portato in pensione come ogni anno [EB1]. Queste raccomandazioni in genere non sono valide per i vaccini core inattivati (ad eccezione della rabbia) e neanche per i vaccini non-core, e in particolare per quelli che contengono antigeni batterici. Di conseguenza, i prodotti contenenti Chlamydia (in passato Chlamydophila; Sachse et al. 2015) e Bordetella, se il loro uso è strettamente necessario, richiedono richiami annuali a causa della limitata protezione raggiunta [EB2]. Quindi un gatto adulto, in accordo con queste linee guida, può ancora essere rivaccinato annualmente, ma le componenti di queste vaccinazioni saranno diverse ogni anno. Generalmente, i vaccini core (soprattutto FPV) sono ora somministrati ogni 3 anni e i vaccini per la malattia respiratoria in base al rischio, mentre i prodotti non-core scelti sono somministrati ogni anno. […]
Siti di vaccinazione per i gatti
I vaccini (di qualsiasi tipo) sono una classe di prodotti iniettabili che è stata collegata alla patogenesi del sarcoma felino al sito di inoculo (Feline Injection Site Sarcoma, FISS) o sarcoma iniezione-indotto, e particolare attenzione viene data alla somministrazione dei vaccini adiuvati contro FeLV e rabbia (Kass et al. 1993). Il FISS è stato oggetto di numerose ricerche e ci sono diverse rassegne recenti su questo argomento (Martano et al. 2011, Srivastav et al. 2012, Ladlow 2013, Hartmann et al. 2015). Sebbene la patogenesi del FISS rimanga non dimostrata, il pensiero corrente è che una reazione infiammatoria cronica localizzatadia inizio a una trasformazione maligna delle cellule mesenchimali e che questo processo abbia una base genetica. La maggior parte delle iniezioni sottocutanee (inclusi i vaccini) veniva tradizionalmente eseguita nella regione interscapolare del gatto, che rimane un sito comune per la formazione di un FISS. La natura infiltrante di questi tumori rende spesso necessaria una resezione chirurgica radicale nel tentativo di rimuovere queste lesioni, anche se vengono utilizzate anche altre modalità di trattamento (Martano et al. 2011, Ladlow 2013). […] Questo rimane un punto confuso e controverso e i veterinari devono decidere individualmente qual è per loro l’approccio più pratico. Tuttavia, devono essere ancora applicati i seguenti principi:
- Qualsiasi rischio di FISS è superato dal beneficio dell’immunità protettiva conferita dai vaccini. Le attuali stime di prevalenza di FISS sono di 1 caso ogni 5.000-12.500 gatti vaccinati (Gobar e Kass 2002, Dean et al. 2013).
- Quando possibile, ai gatti si devono somministrare vaccini non adiuvati.
- I vaccini (in particolare i prodotti adiuvati) o altri prodotti iniettabili non devono essere somministrati nella regione interscapolare.
- I vaccini (in particolare i prodotti adiuvati) devono essere somministrati in altri siti sottocutanei (e non per via intramuscolare). La scelta di questi siti si deve basare sul bilanciamento tra la facilità di resezione chirurgica di qualsiasi FISS che si può sviluppare e una sicurezza accettabile per chi vaccina (cioè evitare auto-inoculazioni accidentali durante un contenimento difficoltoso dell’animale).
- I vaccini devono essere somministrati in siti diversi ogni volta. Il sito scelto deve essere registrato nella cartella clinica del paziente e/o sul libretto vaccinale ricorrendo a un diagramma che indica quale prodotto è stato somministrato in una determinata occasione. Il sito deve essere “ruotato” ogni volta. In alternativa, una struttura può sviluppare una politica gestionale per cui tutte le vaccinazioni del gatto vengono somministrate in un determinato sito in un determinato anno, e il sito viene quindi ruotato l’anno seguente.
- Il VGG spinge a segnalare tutti i casi sospetti di FISS attraverso gli appositi sistemi nazionali per la segnalazione di reazioni avverse (sistema di farmacovigilanza) o all’azienda produttrice del vaccino.
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