La frattura di uno o entrambi i malleoli induce l’instabilità dell’articolazione tarso-crurale con conseguente sublussazione e dislocazione.
Dal punto di vista funzionale il garretto è un ginglimo con movimenti su un unico piano di flessione ed estensione. La struttura ossea è disegnata come un incastro a mortasa e tenone da cui deriva una notevole stabilità. La mortasa è costituita dal malleolo laterale ( l’estremità distale della fibula), dalla faccia articolare distale della tibia e dal malleolo mediale. Il tenone è la troclea e il corpo dell’osso tarsale ( astragalo), dotato di una forma che si incastra perfettamente con la mortasa. Tibia , fibula e astragalo sono strettamente uniti da numerosi legamenti.
Le fratture complete del malleolo provocano instabilità dell’articolazione tarso-crurale e il trattamento mediante fissazione esterna incruenta esita in pseudoartrosi, instabilità protratta e, infine, alterazioni articolari degenerative.
Nei soggetti di taglia grande l’arto può essere immobilizzato applicando una vite per spongiosa, mentre i fili di Kirschner e il cerchiaggio di tensione a forma di 8 trovano una applicazione più vasta.
La frattura malleolare mediale, “da scarpiera “, di Zoe, gatta europea di 3 anni, é stata trattata con un filo di Kirschner e un cerchiaggio di tensione a forma di 8 .
La frattura malleolare laterale , “ da salto dal tavolo”, di Maya, Beagle di 6 anni, é stata trattata con due fili di Kirschner e un cerchiaggio di tensione a forma di 8 .